All’inizio del 2009, quando Walter Veltroni lasciò la segreteria del Partito Democratico, scrissi una “lettera aperta” ai dirigenti del PD che poi mi rimase nel computer; facendo un po’ di pulizia di fine anno l’ho ritrovata, l’ho riletta e siccome mi è sembrata ancora più attuale la pubblico oggi, ultimo giorno del 2010!
Cari dirigenti del PD,
non c’è ombra di dubbio che il Paese abbia bisogno di un movimento democratico, ma quello attuale riconducibile al Partito Democratico purtroppo non ha successo perché non soddisfa le aspettative degli elettori, non li rappresenta ed infatti alle elezioni non raccoglie mai sufficienti voti.
A voi dirigenti vorrei solo chiedere: perché continuate a farvi tante seghe mentali quando invece basterebbe porsi qualche semplice domanda? Provo a suggerirvene qualcuna; chissà , magari il PD perde preferenze …
- forse perché non ha una linea comune su niente?
- Forse per la presenza di troppi “corpi estranei” nel partito (ma che c’entra uno come Francesco Rutelli* con un Partito Democratico)?
- Forse perché a livello locale le amministrazioni governate dal PD sono spesso una vera e propria schifezza?
- Forse perché non propone mai nulla di nuovo?
- Forse perché Voi dirigenti inseguite le idee del Governo, tentando quasi d’imitarlo?
- Forse perché sembrate collusi con il potere in quanto sempre pronti ed in prima linea a difendere la “casta”?
- Forse perché siete sempre gli stessi da troppi anni?
Insomma, perché votarvi?
Cari dirigenti del PD, possibile che queste domandine semplici semplici non vi siano mai passate per la capoccia?
A me sembra che ormai siete talmente distanti dalla realtà del Paese da non rendervi neanche più conto delle necessità della gente che, se non vi vota, si vede che ha dei buoni motivi per preferire altri!
Salutoni, e magari provate anche a farvi un giretto al mercato o in una fabbrica
* Francesco Rutelli lasciò il PD a fine ottobre 2009
Che dire, vedendo quello che sta succedendo a fine 2010 forse ci avevo preso!
Se le nuove leve vanno a cena a casa del Premier, perché stupirsi dei comportamenti dei “vecchi”?
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