Ho appena terminato di pubblicare sul web un lavoro non mio su “Tempo, memoria e impulso antinarrativo in Yama no oto di Kawabata Yasunari“.
A causa di alcune difficoltà tecniche non ho potuto fare un semplice copia-incolla del testo, ma sono stato costretto a rileggere tutto il lavoro: è stata un’esperienza veramente piacevole ed interessante!
La lettura mi ha, infatti, riportato indietro nel tempo a quando, qualche anno fa, ho vissuto per tre mesi a Tokyo ed altri due ad Osaka. Mi sono così trovato a rivisitare con la mente alcuni luoghi stupendi di cui, purtroppo, non sono mai riuscito a capire completamente il significato culturale e storico.
Come dimenticare Kamakura (piccola città sul mare a pochi chilometri da Tokyo) con la sua immensa statua di bronzo e quella collina, immersa nel verde degli alberi, ricoperta completamente di piccole lapidi sulle quali venivano deposti dei foglietti con scritte in giapponese.
Oppure lo stupendo tempio di Asakusa dove in estate (non ricordo con esattezza il mese . . . forse Luglio?) si svolge un festival che coinvolge migliaia di persone!
E che dire del parco di Shinjuko dove mi recavo a fare delle passeggiate e dove, inconsciamente, mi rilassavo completamente: non so perché ma ritrovavo una pace interiore . . . una tranquillità reale e totale!
Il Giappone è un paese completamente diverso da quelli occidentali. Le abitudini e tradizioni giapponesi non hanno quasi nulla in comune con le nostre: sono completamente diverse e molto difficili da capire specie per chi, come me, non ha una minima conoscenza della loro antichissima e ricca storia.
In estate, in quasi tutti i quartieri di Tokyo, si svolgono dei festival. Praticamente ogni settimana ce n’è uno in un quartiere diverso. Le strade vengono invase da migliaia di persone festanti che cantano e ballano, nei loro costumi tradizionali, al ritmo di enormi tamburi.
Ma qual è il significato di quelle danze?
E’ questo il mio profondo rammarico . . . non ho mai dedicato un po’ di tempo per cercare di capirne il significato. Ero troppo attratto da tutti i nuovissimi gadget tecnologici che erano in mostra ad Akihabara (il quartiere di Tokyo definito “the electronic town” dove si vendono solo componenti elettronici).
Non sono molti i monumenti giapponesi che sono arrivati intatti ai giorni nostri. Furono costruiti quasi tutti in legno ed i violenti e frequenti fenomeni atmosferici che interessano il Giappone e gli incendi innescati dai bombardamenti della seconda guerra mondiale li hanno distrutti quasi completamente. Quello che rimane è veramente bello e merita di essere visitato con attenzione.
Anche Osaka è una città estremamente interessante. Vi ho passato due mesi indimenticabili durante il periodo della fioritura dei ciliegi.
La fioritura dei ciliegi nel parco del Castello di Osaka –Â Foto di jimg944
Da Osaka, è sufficiente prendere un treno ed in circa quaranta minuti ci si ritrova immersi nell’atmosfera “antica” di Kyoto.
Kyoto è ricca di monumenti raggiungibili facilmente a piedi seguendo dei percorsi che vengono indicati su apposite mappe turistiche.
Può sembrare strano, ma anche senza conoscere la lingua giapponese (l’inglese non è molto comune in Giappone) si riescono ad usare tutti i mezzi di trasporto con un’estrema facilità ! (I trasporti, vi assicuro, in Giappone funzionano veramente bene. Una curiosità tanto per darvi un’idea: l’orario della metropolitana riporta anche i secondi !!!!)
Se poi si necessita di una giornata di completo rilassamento, sempre a circa 40 minuti di treno da Osaka, c’è Nara con i suoi monumenti ed i suoi tranquilli parchi. Appena arrivati si viene colpiti da una particolarità . . . questa:
Ci sono migliaia di animali che vivono liberi nei parchi a contatto con i visitatori!
E che dire dei suoi templi!
Sono stupendi e tutti degni di essere visitati con attenzione.
Vi assicuro che è facilissimo dimenticare tutti i problemi quando si passeggia nel silenzio di un luogo come questo:
Durante i miei viaggi troppo spesso sono rimasto attratto da tutto ciò che è superficiale: i grattacieli, le luci scintillanti, le novità tecnologiche ed altre stupidaggini che mi hanno distratto senza lasciarmi il tempo di riflettere per capire a fondo le tradizioni, gli usi ed i costumi dei paesi che mi ospitavano!
Spero d’intraprendere a breve un nuovo viaggio: questa volta cercherò di documentarmi prima . . .
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Questo mio vecchio scritto era pubblicato in un sito che oggi non c’è più; la storia del “recupero” l’ho raccontata quiÂ