Da qualche giorno tutti i media ci raccontano che la nuova cordata, scelta dal Governo Berlusconi per rilevare la "parte buona" dell’Alitalia, ha deciso di "rottamare" (quindi con incentivi statali = pagheranno i cittadini) il settore "manutenzione pesante" dell’ex compagnia di bandiera.
Ma che cos’è la "manutenzione pesante"?
Voi lo sapete?
Indipendentemente dal giornale o dal TG che seguite, qualcuno ve lo ha spiegato?
Behhh, visto che i giornalisti pagati con i contributi dei cittadini si limitano a pubblicare le veline che gli arrivano dal "palazzo" (Governo, segreterie dei partiti, gruppi di potere, etc) provo ad illustrarvelo per darvi ulteriori informazioni utili a giudicare l’operazione "Alitalia".
Allora …. calma e sangue freddo …. parliamo di aeroplani e quindi di una cosa semplicissima (non fatevi abbindolare dai media). Stiamo solo esaminando un settore che deve sottostare sia alle leggi della fisica (e fin qui tutto OK, le ha fatte il Padreterno ) sia a tutte quelle assurde norme che il governo italiano, quello del’ex Pres. del Milan ed ora presidente del Consiglio, Dott. Silvio Berlusconi, gli impone.
Tutte le compagnie aeree qualificabili come tali (ci sono anche un sacco di "pirati dell’aria") hanno una linea di manutenzione. Le autorità aeronautiche IMPONGONO che alcuni controlli vengano eseguiti a determinate scadenze e così gli operatori si organizzano in modo da effettuarli per tempo.
Le varie operazioni di manutenzione differiscono per il "grado di profondità"; si va da un "daily/transit check" (oggi sostituito dal controllo visivo dell’equipaggio che prende in consegna l’aereo) fino ad arrivare all’operazione "D" che costituisce la vera revisione dell’aeromobile e che viene SEMPRE effettuata in strutture attrezzate (hangar appositamente dedicati) e con personale ALTAMENTE QUALIFICATO (come i dipendenti Alitalia autorizzati ad effettuare tali lavori e che a breve saranno disoccupati).
La società Alitalia, ancora di proprietà dello Stato, ha sempre avuto le strutture e le maestranze per effettuare la manutenzione pesante di molti aeromobili, compresi vari modelli non utilizzati nella sua flotta (si tratta di certificazioni riconosciute a livello mondiale)
Dunque, cerchiamo di rimanere in tema spiegando come si articola la manutenzione di un aereo: tutto viene rapportato alle ore di vole ed al numero di atterraggi/decolli. Contrariamente a quanto molti pensano, i controlli vengono effettuati con una logica "on condition" che prevede un’ispezione e, solo in presenza di determinati difetti, di un successiva analisi-ispezione con ulteriore manutenzione mirata. Solo alcune parti, in genere quelle soggette a cicli stressanti (come per esempio le palette delle turbine dei motori) vengono invece ispezionate/revisionate a scadenze prefissate stabilite dai costruttori/autorità.
Grossomodo (piccole variazioni sono sempre possibili in funzioni dei singoli regolamenti nazionali) un programma di manutenzione prevede:
- Operazioni di manutenzione leggera (Daily check, operazioni di transito, Operazione A, Operazione B – non richedono particolari attrezzature)
- Operazioni di manutenzione pesante (Operazione C, Intermediate Layover, Operazione D)
Quella che il nuovo piano prevede è l’eliminazione di tutte le operazioni che richiedono il ricovero in hangar per un certo periodo di tempo (ad esempio C, IL e D – quindi Manutenzione pesante) e la revisione di vari componenti (pensate a quante decine di martinetti, apparati elettronici, valvole ed accessori vari sono installati su un aereo) per darle in gestione a società esterne.
Dov’è la convenienza, perché bisogna far lavorare società esterne quando esistono le capacità nell’azienda? Non sarà per caso che si vogliono favorire i soliti amici degli amici sempre pronti a creare imprese di salvataggio ad hoc per incamerare commesse?
Qualcuno (giornalisti, sindacati, politici, economisti) ha mai fatto i calcoli economici di queste operazioni?
Perché chiudere tutte queste attività invece di renderle produttive?
Per quale motivo l’Alitalia non si è allineata al modo di operare delle altre compagnie?
Perché in tutti questi anni non è riuscita ad adattarsi alle nuove regole del mercato?
Qualcuno ha mai pensato di comparare la gestione di Alitalia con quella delle compagnie che producono profitti?
Il discorso è semplice: prima di eliminare interi settori produttivi di Alitalia che per tanti anni sono stati il fiore all’occhiello dell’azienda, forse sarebbe stato il caso di analizzare i motivi che hanno prodotto passività in tali attività.
Perché i nostri geni della finanza che si spacciano per imprenditori/salvatori non lo fanno e preferiscono la cessione all’esterno?
È sempre la solita storia ….. purtroppo
La terziarizzazione dei servizi fino ad oggi ha prodotto questo risultato
La cessione all’esterno di alcuni servizi è riuscita a rendere inoperativi anche i cessi
Foto da un famoso blog di uno stewart ormai chiuso …
mi spiace non poter attribuire il copyright, ma confido nella sua comprensione.
Purtroppo in Italia non ci sono più industriali, ma solo “finanzieri” (non quelli della GdF, ma quelli che ricevono aziende “a gratis” dallo Stato per rivenderle due giorni dopo ricavando profitti enormi [esenti da tasse, ovviamente 🙂 ]).
Porcazozza!
Pure io mi sto domandando perche’ cavolo devono cedere una struttura che e’ sempre stata un fiore all’occhiello non solo dell’Alitalia, ma dell’Italia stessa.
Le nostre maestranze hanno SEMPRE eccelso in questo campo, lo dico rammentando i commenti di piloti sentiti 30 anni fa.
E ora che fanno?
Vendono, danno in outsorcing, terziarizzano.
Ma che andassero…
Saluti
Hanmar
La manutenzione è sempre stata il “meglio del meglio” di Alitalia e sono orgoglioso di aver dato il mio contributo alla “Direzione del Materiale” (così si chiamava negli anni ’70) per 8 anni. In quel periodo ho imparato TANTISSIMO perché il settore, insieme al centro elaborazioni dati, era il più avanzato tecnologicamente dell’azienda.
Per quanto riguarda il risparmio sulla manutenzione non posso che concordare completamente con te perché ricordo ancora benissimo quando, ad esempio, la manutenzione dei CF6-50 (motore che equipaggiava i B747 e gli A300) fu data in gestione ad una ditta irlandese e, un motore fino ad allora affidabilissimo, iniziò ad esplodere a ritmi mai sperimentati nell’industria (la ditta eseguiva un processo di pallinatura in modo non corretto ed i residui della lavorazione ostruivano i fori di raffreddamento delle palette della turbina HP provocando surriscaldamenti e rotture che causarono molte esplosioni di motori con danni incalcolabili 🙁 ).
L’Italia è al centro del Mediterraneo ed a due passi dall’Africa: perché non potrebbe funzionare un polo di manutenzione pesante (revisione di aeromobili)?
Concordo pienamente con quanto da te detto.
Sono dipendente della “manutenzione pesante” Alitalia e posso aggiungere che abbiamo professionalità che tantissime altre aziende ci invidiano, acquisite con anni di esperienza e tanti corsi di aggiornamento.
Sicuramente è da riorganizzare, ma veramente è inspiegabile la cessione di questa parte produttiva dell’azienda. Del resto la manutenzione pesante degli aerei ha delle scadenze che vanno rispettate.
Poi vi chiedo, anche in virtù di quanto successo a Spanair questa estate:
è meglio avere una compagnia nazionale affidabile (com’è stata fin ad oggi grazie all’enorme qualità del servizio di manutenzione Alitalia) oppure risparmiare qualcosa facendo manutenzione in aziende estere low cost che non garantiscono gli stessi standard di qualità e quindi rischiare?
Nonostante tutto, i passeggeri lo sanno bene che chi vola con Alitalia può stare tranquillo.
Saluti.