La vicenda Alitalia ha monopolizzato l’attenzione dei media e dei cittadini nelle ultime settimane a causa del continuo sesseguirsi di ultimatum che il Presidente del Consiglio ed i ministri coinvolti (Sacconi – Lavoro, Scajola – Sviluppo Economico e Matteoli – Trasporti) hanno annunciato decine di volte al giorno.
Personalmente non ricordo una trattativa così “strana” dove il ruolo dei partecipanti è stato tanto confuso e contraddittorio, come ad esempio …
- I sindacati CISL, UIL e UGL che si affrettano sin dal primo giorno (ancor prima di iniziare le trattative) a dare il loro SI incondizionato al piano di ristrutturazione.
- Banca Intesa che da creditrice diventa prima advisor e poi annuncia la partecipazione alla cordata (praticamente creditrice, advisor e nuovo azionasta allo stesso tempo).
- Banca Leonardo (banca d’affari privata), l’istituto scelto per stabilire il valore della parte buona di Alitalia – la good company – che annovera tra i suoi azionisti vari membri della CAI: praticamente è stata la CAI a stabilire il valore di Alitalia.
- La trattativa, almeno nella prima fase, che vede i ministri del governo comportarsi come membri della cordata mentre i rappresentanti della CAI (Colanninno e Sabelli) assistono agli eventi in modo neutrale, quasi distaccato.
- Continue scadenze ed ultimatum che, dopo il primo, tutti hanno capito essere solo un maldestro escamotage per cercare di chiudere la vicenda in pochi giorni.
- Un Presidente del Consiglio che, avendo rinunciato a partecipare all’ultima assemblea dell’ONU per seguire la vicenda Alitalia e dopo aver rischiato di far interrompere nuovamente la trattativa con le sue inopportune dichiarazioni, viene “impacchettato e spedito” a riposarsi in Umbria per curare un improvviso mal di schiena.
- I ministri competenti del Governo che si fanno da parte e lasciano finalmente mediare a Gianni Letta il confronto tra proprietà della CAI ed i sindacati.
Che anomala vicenda questa dell’Alitalia, veramente strana come tutte quelle dove c’è di mezzo la politica.
E si, perché se l’Alitalia è arrivata al fallimento è stato solo per colpa dei partiti che a partire dagli anni ’70 hanno sempre pesantemente influenzato le scelte operative della compagnia causandone lo sfacelo totale.
Nei giorni scorsi, in piena crisi della trattativa, mentre i sindacati si sgolavano per rassicurare i passeggeri sulla normalità dei voli, vari esponenti del Governo rilasciavano dichiarazioni catastrofiche sull’imminente fallimento che hanno avuto il solo risultato di allontanare i già pochi passeggeri causando danni incalcolabili per il bilancio aziendale.
E che dire degli annunci dell’ENAC e dell’ENI? La prima voleva ritirare le concessioni e le licenze mentre la seconda pretendeva il pagamento in contanti del carburante.
Ma ENI ed ENAC non sono realtà statali? … Non c’è voluto mica molto a capire che erano tutte mosse coordinate dal Governo per cercare di forzare la firma degll’accordo.
Ancora una volta la politica, con la scusa dell’italianità, ha mostrato il suo vero obiettivo che è quello di controllare qualsiasi attività.
La storia di mantenere l’Alitalia in mani italiane per questioni turistiche e strategiche è una balla grossa come una casa; lo sanno tutti che oggi una compagnia aerea di piccole/medie dimensioni è destinata al fallimento in breve temppo e ciò è dimostrato anche dal fatto che ormai in Europa ci sono solo TRE (3) vere compagnie: Gruppo Air France-KLM, British Airways e Lufthansa.
Tutte le compagnie di bandiera delle altre nazioni sono state assorbite dai questi giganti ed in nessun paese la politica ha cercato di fermare un processo innescato dalla liberalizzazione del mercato in Europa (pochi giorni fa anche l’Iberia si è fusa con British).
In Italia invece si va controccorrente e richiamandosi allo spirito di Patria si mette in piedi un’operazione assurda che vede i debiti scaricati sui cittadini contribuenti e la parte buona della società regalata ad una cordata di finanzieri amici.
Fatta qualche considerazione sull’accaduto ecco allora che il comportamento del governo appare improvvisamente chiaro: nel futuro dell’Alitalia è importante solo che la politica riesca a mantenerne il controllo; prima il Governo lo faceva direttamente tramite il Ministero del Tesoro, in futuro lo farà tramite gli amici della cordata CAI. Questo è anche il motivo per cui l’esecutivo non perde occasione per strillare che il partner straniero dovrà essere di minoranza … perché se così non fosse non potrebbero più influenzare le scelte di Alitalia.
Hanno più volte ripetuto che non c’erano alternative, che nessuno si era fatto avanti …. e poi si scopre che fuori la porta avevano la fila.
A giorni sapremo chi sarà il partner internazionale che sottoscriverà una piccola quota per assicurarsi le rotte di lungo raggio (le uniche che oggi possono essere remunerative per l’assenza nel settore delle low cost) che la CAI ha già annunciato di voler abbandonare.
La nuova Alitalia andrà avanti così forse per qualche anno, ma il suo destino è già segnato: la società aerea verrà assorbita dal partner straniero ed i cittadini italiani si ritroveranno con un inutile debito da pagare mentre la CAI farà un pacco di soldi rivendendo il regalo “Alitalia” ricevuto dal governo Berlusconi.
Anche Einstein dimostrò che la vicenda Alitalia non ha futuro !!!!!!
Sono passati solo 4 anni da quando scrissi questo post … e le notizie clamorose di oggi dimostrano che la mia analisi era esatta.
Che tristezza 🙁
Sono passati più di 2 mesi dalla firma degli accordi a Palazzo Chigi per l’Alitalia; il commissario Fantozzi, vari rappresentanti del Governo e portavoce della CAI avevano dichiarato che il 1° dicembre 2008 la nuova Alitalia sarebbe “decollata”. La trasmissione “Report” di RAI-3 ha fatto il punto della situazione in un interessante speciale che è da seguire tutto con molta attenzione.
Fonte ASCA – http://www.asca.it/moddettnews.php?idnews=780869&canale=ECO&comunicati=1
”La vicenda Alitalia e’ stato un test importante” in vista della trattativa in corso tra Confindustria e sindacati per la riforma del modello contrattuale. Lo ha detto il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, intervenendo a Porta a Porta.
Secondo Bonanni, infatti, la vicenda Alitalia ”ha messo in luce i punti di forza e di debolezza nel nostro Paese.
Spero che a destra cosi’ come a sinistra ognuno dica che e’ bene costruire un nuovo modello contrattuale e che e’ bene partire da dove si produce”.
Caro Raffaele Bonanni, guarda che s’era capito fin dal primo giorno; come si è capito chiaramente da che parte state tu, Angioletti (UIL) e la Polverini (UGL) 🙁