C’è qualcosa che non mi quadra sui "principi" che regolano il voto degli italiani residenti all’estero.
Consultando la legge mi è sembrato di capire che hanno diritto di voto tutti gli italiani che sono iscritti all’AIRE (Albo Italiani Residenti all’Estero), secondo quanto segue:
- i cittadini italiani che si sono trasferiti in modo permanente all’estero e che conseguentemente sono stati cancellati dall’anagrafe della popolazione residente (APR) nell’originario comune di residenza;
- i cittadini italiani nati all’estero il cui atto di nascita sia stato registrato in Italia;
- le persone residenti all’estero che acquisiscono la cittadinanza italiana;
- i cittadini italiani per i quali la residenza all’estero possa essere accertata da un provvedimento dell’autorità giudiziaria;
- i cittadini italiani nati e residenti all’estero, i cui ascendenti non sono nati, né sono mai stati residenti, in Italia.
Personalmente non ho assolutamente nulla contro questi connazionali, ma non riesco proprio a capire perché loro, che hanno scelto di vivere in un’altro paese e che pagano le tasse ad un’altro Stato, possano poter influenzare la mia vita con il loro voto.
Parlando di diritto di voto, ritengo più giusto concederlo agli stranieri che vivono stabilmente e lavorano regolarmente in Italia per il semplice motivo che questi contribuiscono al reddito nazionale, usufruiscono dei servizi dello Stato e soprattutto sono tenuti a sottostare a tutte le leggi emanate dal nostro Parlamento.
Ma ad una persona nata all’estero da un genitore italiano, che vive e lavora in un’altro stato e che spesso neanche conosce la nostra lingua che cosa può intreressare quello che succede in Italia? Per quale motivo ha il diritto di esprimere una preferenza che condiziona la vita di un paese dove non vive?
In poche parole, per come la vedo io, il voto dovrebbe essere concesso solo alle persone residenti in Italia.
Grazie per lo stupendo contributo 🙂
Ho girato mezzo mondo e le mie “origini” sono estremamente povere (Ciociaria) per cui, grazie ai parenti emigrati, conosco un po’ la situazione degli italiani all’estero (USA, Canada, Australia).
Vi ammiro: Voi avete avuto il coraggio di fare “il grande salto” per ricrearvi una vita.
Vi auguro sinceramente tutto il bene del mondo.
Un abbraccio anche a te.
continua:
..o meglio possiamo vedere rai uno (quindi i telegionali, porta a porta ecc). I maggiori quotidiani italiani (corriere della sera, repubblica ed altri) comunque si trovano.
I nostri figli a 18 anni dovranno scegliere di essere cittadini italiani o cittadini del paese che ci ospita (noi qui non votiamo per le politiche, proprio come quegli emigrati che giustamente citi tu) allora potranno continuare a vivere qui e, nel caso sceglino la citt.italiana votare per le pol italiane o viceversa. Non potranno fare comunque le due cose, proprio come non possiamo farlo noi genitori , cioè non possiamo chiedere la cittadinanza al paese che ci ospita e in cui paghiamo le tasse ecc. Comunque sempre per esperienza ti dico che la “seconda generazione di emigrati” sceglie sempre la cittadinanza del paese dove sono nati. Poi per quanto riguarda la lingua italiana ti assicuro che la parlano benissimo perchè ci sono scuole italiane o corsi di italiano per i figli di emigrati, in piu’ , almeno da noi parlano la due lingue (c’è il bilinguismo) del posto e da grandicelli l’inglese perchè viene studiato (e bene) a scuola.
Sono daccordissimo con te nel fare votare le persone residenti in italia emigrate per lavoro e che lavorino in italia …forse magari sarebbe la volta buona che qualcosa cambia…e noi potremo pensare in un ritorno. Un abbraccio da una persona lontana ma che vi legge spesso perchè ama la cucina italiana.
beh ti spiego brevemente partendo comunque da lla mia esperienza personale:
siamo andati (io e mio marito) via dall’italia circa 15 anni fa. E’ stato un percorso difficile cosi’ come la scelta. Ci siamo preparati per parecchi anni. Studio, sacrifici: lavorare e studiare lingue e materie per il concorso ti assicuro non è facile. Rinunce tante: uscite, vacanze ecc. Poi ce l’abbiamo fatta! Non è stato un salto nel buio ma la tristezza di lasciare tutta la famiglia, gli amici e tutto quello che si era costruito con fatica per anni…quella è rimasta e ancor oggi è viva nel nostro cuore. Perchè votiamo? Perchè siamo e restiamo italiani. Perche certare ‘fortuna’ all’estero vuole dire che le condizioni in italia non ci hanno permesso di restare e di vivere in maniera decente (moralmente e fisicamente). Votiamo perchè crediamo e speriamo di ritornare a vivere in un Italia migliore, votiamo perchè pagamo anche noi le tasse (ici per esempio maggiorata perchè viviamo all’estero) Per il resto le tasse (tante credimi e giuste) le paghiamo qui e qui usufruiamo di una sanità che in italia ci era negata, dei trasporti che funzionano di una scuola civile per i nostri ragazzi. Crediamo che il minimo da fare per l’italia e per i nostri cari che abbiamo lasciato li sia il dovere e l’onestà di votare. Ora se tu mi parli della differenza del voto degli italiani all’estero da quelli che ci vivono credo sia palese la risposta: qui la televione italiana non sei costretto a vederla, lo puoi fare pagando anche caro, ma noi abbiamo scelto di non farlo.